Teggiano si prepara ad accogliere un evento di grande rilevanza per la sicurezza e la salute della comunità. Lunedì 7 aprile 2025, alle ore 18.30, presso il Bar Amici di San Marco, in Piazza San Marco, si terrà il Protection Day Salvavita, un incontro formativo gratuito dedicato alle manovre di primo soccorso in caso di arresto cardiaco.
L’iniziativa, organizzata dalle consulenti Annalisa De Paola e Rosanna Cartolano dell’Agenzia Alleanza di Sala Consilina, diretta dal responsabile di filiale Giuseppe Taranto e dall’agente generale Domenico Corinto, in collaborazione con ANPAS, mira a diffondere la cultura della prevenzione e dell’intervento tempestivo in situazioni di emergenza. Durante il corso, i partecipanti avranno l’opportunità di apprendere le tecniche fondamentali per affrontare situazioni critiche e potenzialmente salvare vite umane.
L’incontro rappresenta un’occasione unica per acquisire conoscenze pratiche e teoriche indispensabili in caso di necessità, con un approccio chiaro e accessibile a tutti.
La partecipazione è aperta alla cittadinanza e costituisce un’opportunità preziosa per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della formazione in primo soccorso. Al termine dell’incontro, gli organizzatori rilasceranno un attestato di partecipazione.
“Il decalogo della Democrazia in Spagna” è il titolo della mostra che sarà inaugurata venerdì 18 Aprile alle ore 16:30 presso la Chiesa della SS. Trinità nel centro storico di Polla
Dieci manifesti realizzati dall’artista spagnolo, pittore e scultore, José Garcia Ortega, nei quali, con il consueto surrealismo della sua pittura, sono rappresentati i valori fondamentali che devono sostenere la democrazia. Ortega concepisce la democrazia come l’unico regime politico capace di incarnare i valori universali dell’umanesimo. La raccolta di dieci manifesti testimonia il fascino e il valore universale della poetica artistica dello spagnolo, che dal 1980 si stabilì nel piccolo centro di Bosco, frazione di San Giovanni a Piro, scelto perché gli ricordava la sua amata Spagna e per la storia politica di Bosco che, aderendo ai moti antiborbonici del 1828, fu completamente rasa al suolo e bruciata dalle forze borboniche, privando il paese di essere un Comune autonomo. A Bosco esiste un museo, con numerose opere, alcune conservate anche nella sua casa. Donò a Bosco un murales, conservato nella piazza di accesso al paese, che raffigura i moti rivoluzionari risorgimentali del 1828 e la tragedia del paese. Josè Ortega ha vissuto anche a Matera dove c’è un Museo nella casa da lui abitata e a Parigi dove nel 1990 si spense. Un gruppo di circa 50 pittori, scrittori e scultori spagnoli gli resero omaggio con una grande mostra in Madrid.
I Manifesti sul Decalogo della Democrazia in Spagna sono stati recentemente esposti a Salerno, a Maratea, a Marina di Camerota e rappresentano una importante attrazione del Museo di Bosco. La mostra esprime la forza di stimolare le coscienze della società, i colori vibranti della ribellione e la necessità di comunicarla, attraverso immagini che esaltano la democrazia e la vita, opponendosi a ogni guerra e dittatura. Nelle dieci litografie del “Decalogo della Democrazia” di José Garcia Ortega emergono i temi sociali più cari all’artista: la negazione della dittatura, l’invito costante a perseguire la libertà di pensiero e azione e l’esaltazione della democrazia.
La mostra, voluta fortemente dall’Associazione Albirosa, in collaborazione con il Comune di Polla, il Comune di San Giovanni a Piro e la Proloco di Polla, sarà aperta con un convegno su “Ortega e il futuro della democrazia”. I saluti sono affidati ad Antonio Federico presidente dell’Associazione Albirosa, Massimo Loviso sindaco di Polla, Ferdinando Palazzo sindaco di San Giovanni a Piro, Giovanni Corleto presidente del Consiglio comunale di Polla e delegato alla cultura, Pasquale Sorrentino assessore di San Giovanni a Piro e Franco Maldonato direttore del Polo Museale di San Giovanni a Piro.
Seguiranno gli interventi di relatori di rilievo quali Massimo Bignardi, professore di storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Siena, il Giudice della Corte Costituzionale Stefano Petitti e l’onorevole Vincenzo Mattina già Segretario generale Uil e Parlamentare nazionale ed europeo. Moderano l’incontro Maurizio D’Amico, direttore del Museo Civico Insteia Polla e Antonio Federico.
Nel corso della sua apertura, alla Mostra saranno affiancati momenti di incontri e laboratori per le scuole del territorio. Il progetto dell’Associazione Albirosa intende, infatti, riavvicinare i giovani alla conoscenza della storia, della storia politica, delle arti e del pensiero, oltre ad approfondire il tema di quanto la democrazia, in questo momento storico, sia fragile nel mondo e richiede una continua manutenzione. Su questi temi e su altri di interesse generale l’Associazione Palazzo Albirosa ha previsto un articolato programma di conferenze estive.
La mostra rimarrà aperta fino al 30 luglio. Per contatti e visite 348.3885208 o federico@unisi.it.
Biografia
Fu rappresentante del realismo sociale della Guerra civile spagnola e uno dei membri gruppo " Estampa popular di cui fu anche fondatore. A tredici anni si trasferì a Madrid dove iniziò a realizzare i suoi primi dipinti e prese parte ai circoli antifranchisti, legando così le sue esperienze successive e la sua opera al forte impegno politico e civile. A 26 anni fu condannato per reati di opinione, e dopo il carcere nel 1952 uscì il suo primo ciclo di xilografie. Nei primi anni sessanta iniziò il suo lungo esilio e si trasferì a Parigi, dove gli fu assegnata dal Congresso Internazionale dei Critici d’Arte del Verucchio diretto da Giulio Carlo Argan la medaglia d’oro per la sua azione di lotta per la libertà. Nel 1964 Antonello Trombadori organizzò la sua prima mostra personale in Italia alla galleria La Nuova Pesa di Roma, alla quale seguirono quelle del 1968 e del 1974. Negli anni seguenti realizzò numerose esposizioni a Filadelfia, Toronto, Saint Louis, Zurigo, Torino e Bruxelles. Nel 1969 realizzò le venti incisioni della grande suite dei Segadores, ispirate dalle sofferenze dei lavoratori della terra. Nel 1971 lavorò al ciclo Ortega± Dürer, sessanta incisioni riguardanti il tema della guerra civile spagnola presentate al Museo di Norimberga e poi esposte nel Castello Sforzesco di Milano. Si trasferì a Matera nel 1973, dove aveva il suo laboratorio nella sede del Circolo culturale La Scaletta nei Sassi, sperimentando nuove tecniche nello scolpire bassorilievi e utilizzando la cartapesta in modo innovativo; qui realizzò uno dei suoi cicli pittorici più importanti “Morte e nascita degli innocenti”, presentato al Castello Sforzesco di Milano. Alla città di Matera, a cui era profondamente legato, lasciò in dono molte sue opere. Nel 1976 dopo sedici anni di esilio gli fu concessa l’autorizzazione per tornare liberamente in Spagna, e così poté esporre le sue opere a Madrid, Valencia e Bilbao, dove in particolare espose il grande ciclo di bassorilievi realizzato a Matera; lasciò nuovamente la Spagna nel 1980 per tornare in Italia, dove continuò una intensa attività espositiva, stabilendosi nel piccolo centro di Bosco, nella provincia di Salerno. Artista caratterizzato dal forte impegno politico e civile tradotte in linguaggio artistico. Autore di numerose opere aventi come argomento il tema della guerra civile spagnola, ciclo di opere presentate al Museo di Norimberga e poi esposte nel Castello Sforzesco di Milano. Ortega fu un esponente di quel realismo pittorico che caratterizza l’opera di molti pittori italiani, come il Guttuso, Migneco, Cantatore e Guerricchio. Fu definito il pittore del mondo contadino per la sua costante attenzione alle classi più umili che hanno sempre ispirato il suo lavoro; il poeta spagnolo Rafael Alberti, prendendo spunto dai Segadores di Ortega a cui dedicò la poesia Ortega de segadores, inventò il termine ortegano per indicare le condizioni di oppressione vissute dai contadini spagnoli. Nel 2014 è stato inaugurato nella casa in cui visse, nei Sassi di Matera, un museo laboratorio a lui dedicato, Casa Ortega. Il comune di San Giovanni a Piro ha recentemente ampliato la collezione di opere di Ortega, acquistando numerosi suoi lavori che arricchiranno il patrimonio del Museo di Bosco.
Il diesse conferma il tecnico che studia le mosse per sostituire Amatucci
Dopo i sussurri, i segnali di campo, le conferme indirette, è il direttore sportivo della Salernitana a blindare la posizione di Roberto Breda. Se il tecnico è chiamato a provare a rivoluzionare umore e proposta di gioco della formazione granata già a partire dal derby con la Juve Stabia, Marco Valentini difende l’operato del trainer trevigiano e spiega i motivi della sua conferma. «Ha conquistato 12 punti in 11 partite, più di noi hanno fatto solo Sudtirol e Frosinone, prendendo in considerazione la sua gestione saremmo salvi», l’esordio del ds dell’ippocampo in una lunga intervista rilasciata alle tv locali.
Con la Juve Stabia il grande dubbio di Breda riguarda il centrocampo e soprattutto i casting per individuare il sostituto dello squalificato Amatucci. Porte girevoli in mediana quindi, con il gioco delle coppie provato al “Mary Rosy” a ripetizione, da quella composta da Soriano e Girelli a quella con Zuccon e Caligara, due le maglie per quattro candidati considerando che difficilmente una chance dal 1’ potrebbe arrivare per Hrustic o Tello, anche in virtù del passaggio al centrocampo a quattro, Stojanovic potrebbe rilevare infine Ghiglione. (LaCittà)
Varenne il cavallo italiano del trotto più forte di tutti tempi è arrivato in provincia di Salerno. Da Villanterio dove risiedeva dal 2021, infatti, Varenne si è spostato a Eboli ospite dell’allevamento Lj di Dario De Angelis, in una scuderia a 5 stelle. Varenne il prossimo 19 maggio compirà 30 anni e per l’occasione sarà festeggiato con una grande festa degna della sua eccezionale carriera.
Per le prime settimane lo stallone campione mondiale di premi sarà accompagnato da Daniela Zilli, la lad che si occupa di lui 24 ore su 24 e continuerà anche ad Eboli il suo ruolo di stallone. Varenne ha già oltre 2500 figli, molti dei quali sono diventati campioni d’ippica come Lana del Rio, Lisa America e Vernissage Grift.
Varenne è nato nella tenuta Zenzalino di Copparo, vicino Ferrara, dallo stallone americano Waikiki e dalla fattrice italiana Ialmaz. Dopo la sua gara d’esordio fu acquistato dal napoletano Enzo Giordano che lo affidò alle cure del trainer finlandese Jori Turia e del guidatore Giampaolo Minucci. Da quel momento ebbe inizio la sua carriera di vittorie impressionanti sulle piste internazionali più importanti che gli hanno fatto conquistare il titolo di Capitano. Varenne ha disputato nella sua carriera 73 gare vincendone ben 62. Tra i suoi successi più prestigiosi ricordiamo il Derby, il Nazioni, due Amerique, due Elitlopp, la Breeders’ Crown e tre Lotteria.
Varenne è stato un campione che ha saputo rompere il tetto di cristallo dell’ippica e farsi conoscere ed amare anche da tutto il resto del mondo, quello che non conosce la differenza tra un fantino e un driver o un cavaliere.
Varenne è abituato a viaggiare, anche da pensionato ha presenziato ad eventi ippici ed equestri di ogni tipo. E sempre il successo è garantito in queste occasioni, perché se c’è Varenne arriva tutto il mondo.
Concludendo possiamo definire l’ennesimo trasloco di Varenne un po’ come un ritorno. Torna infatti in Campania, dove avevano intuito il suo enorme potenziale e avevano investito su di lui prima ancora che vincesse premi prestigiosi. E allora bentornato Capitano e buon riposo in Campania!