Il decalogo della Democrazia in Spagna” è il titolo della mostra che sarà inaugurata venerdì 18 Aprile alle ore 16:30 presso la Chiesa della SS. Trinità nel centro storico di Polla

Dieci manifesti realizzati dall’artista spagnolo, pittore e scultore, José Garcia Ortega, nei quali, con il consueto surrealismo della sua pittura, sono rappresentati i valori fondamentali che devono sostenere la democrazia. Ortega concepisce la democrazia come l’unico regime politico capace di incarnare i valori universali dell’umanesimo. La raccolta di dieci manifesti testimonia il fascino e il valore universale della poetica artistica dello spagnolo, che dal 1980 si stabilì nel piccolo centro di Bosco, frazione di San Giovanni a Piro, scelto perché gli ricordava la sua amata Spagna e per la storia politica di Bosco che, aderendo ai moti antiborbonici del 1828, fu completamente rasa al suolo e bruciata dalle forze borboniche, privando il paese di essere un Comune autonomo. A Bosco esiste un museo, con numerose opere, alcune conservate anche nella sua casa. Donò a Bosco un murales, conservato nella piazza di accesso al paese, che raffigura i moti rivoluzionari risorgimentali del 1828 e la tragedia del paese. Josè Ortega ha vissuto anche a Matera dove c’è un Museo nella casa da lui abitata e a Parigi dove nel 1990 si spense. Un gruppo di circa 50 pittori, scrittori e scultori spagnoli gli resero omaggio con una grande mostra in Madrid.

I Manifesti sul Decalogo della Democrazia in Spagna sono stati recentemente esposti a Salerno, a Maratea, a Marina di Camerota e rappresentano una importante attrazione del Museo di Bosco. La mostra esprime la forza di stimolare le coscienze della società, i colori vibranti della ribellione e la necessità di comunicarla, attraverso immagini che esaltano la democrazia e la vita, opponendosi a ogni guerra e dittatura. Nelle dieci litografie del “Decalogo della Democrazia” di José Garcia Ortega emergono i temi sociali più cari all’artista: la negazione della dittatura, l’invito costante a perseguire la libertà di pensiero e azione e l’esaltazione della democrazia.

La mostra, voluta fortemente dall’Associazione Albirosa, in collaborazione con il Comune di Polla, il Comune di San Giovanni a Piro e la Proloco di Polla, sarà aperta con un convegno su “Ortega e il futuro della democrazia”. I saluti sono affidati ad Antonio Federico presidente dell’Associazione Albirosa, Massimo Loviso sindaco di Polla, Ferdinando Palazzo sindaco di San Giovanni a Piro, Giovanni Corleto presidente del Consiglio comunale di Polla e delegato alla cultura, Pasquale Sorrentino assessore di San Giovanni a Piro e Franco Maldonato direttore del Polo Museale di San Giovanni a Piro.

Seguiranno gli interventi di relatori di rilievo quali Massimo Bignardi, professore di storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Siena, il Giudice della Corte Costituzionale Stefano Petitti e l’onorevole Vincenzo Mattina già Segretario generale Uil e Parlamentare nazionale ed europeo. Moderano l’incontro Maurizio D’Amico, direttore del Museo Civico Insteia Polla e Antonio Federico.

Nel corso della sua apertura, alla Mostra saranno affiancati momenti di incontri e laboratori per le scuole del territorio. Il progetto dell’Associazione Albirosa intende, infatti, riavvicinare i giovani alla conoscenza della storia, della storia politica, delle arti e del pensiero, oltre ad approfondire il tema di quanto la democrazia, in questo momento storico, sia fragile nel mondo e richiede una continua manutenzione. Su questi temi e su altri di interesse generale l’Associazione Palazzo Albirosa ha previsto un articolato programma di conferenze estive.

La mostra rimarrà aperta fino al 30 luglio. Per contatti e visite 348.3885208 o federico@unisi.it.

Biografia

Fu rappresentante del realismo sociale della Guerra civile spagnola e uno dei membri gruppo " Estampa popular di cui fu anche fondatore. A tredici anni si trasferì a Madrid dove iniziò a realizzare i suoi primi dipinti e prese parte ai circoli antifranchisti, legando così le sue esperienze successive e la sua opera al forte impegno politico e civile. A 26 anni fu condannato per reati di opinione, e dopo il carcere nel 1952 uscì il suo primo ciclo di xilografie. Nei primi anni sessanta iniziò il suo lungo esilio e si trasferì a Parigi, dove gli fu assegnata dal Congresso Internazionale dei Critici d’Arte del Verucchio diretto da Giulio Carlo Argan la medaglia d’oro per la sua azione di lotta per la libertà. Nel 1964 Antonello Trombadori organizzò la sua prima mostra personale in Italia alla galleria La Nuova Pesa di Roma, alla quale seguirono quelle del 1968 e del 1974. Negli anni seguenti realizzò numerose esposizioni a Filadelfia, Toronto, Saint Louis, Zurigo, Torino e Bruxelles. Nel 1969 realizzò le venti incisioni della grande suite dei Segadores, ispirate dalle sofferenze dei lavoratori della terra. Nel 1971 lavorò al ciclo Ortega± Dürer, sessanta incisioni riguardanti il tema della guerra civile spagnola presentate al Museo di Norimberga e poi esposte nel Castello Sforzesco di Milano. Si trasferì a Matera nel 1973, dove aveva il suo laboratorio nella sede del Circolo culturale La Scaletta nei Sassi, sperimentando nuove tecniche nello scolpire bassorilievi e utilizzando la cartapesta in modo innovativo; qui realizzò uno dei suoi cicli pittorici più importanti “Morte e nascita degli innocenti”, presentato al Castello Sforzesco di Milano. Alla città di Matera, a cui era profondamente legato, lasciò in dono molte sue opere. Nel 1976 dopo sedici anni di esilio gli fu concessa l’autorizzazione per tornare liberamente in Spagna, e così poté esporre le sue opere a Madrid, Valencia e Bilbao, dove in particolare espose il grande ciclo di bassorilievi realizzato a Matera; lasciò nuovamente la Spagna nel 1980 per tornare in Italia, dove continuò una intensa attività espositiva, stabilendosi nel piccolo centro di Bosco, nella provincia di Salerno. Artista caratterizzato dal forte impegno politico e civile tradotte in linguaggio artistico. Autore di numerose opere aventi come argomento il tema della guerra civile spagnola, ciclo di opere presentate al Museo di Norimberga e poi esposte nel Castello Sforzesco di Milano. Ortega fu un esponente di quel realismo pittorico che caratterizza l’opera di molti pittori italiani, come il Guttuso, Migneco, Cantatore e Guerricchio. Fu definito il pittore del mondo contadino per la sua costante attenzione alle classi più umili che hanno sempre ispirato il suo lavoro; il poeta spagnolo Rafael Alberti, prendendo spunto dai Segadores di Ortega a cui dedicò la poesia Ortega de segadores, inventò il termine ortegano per indicare le condizioni di oppressione vissute dai contadini spagnoli. Nel 2014 è stato inaugurato nella casa in cui visse, nei Sassi di Matera, un museo laboratorio a lui dedicato, Casa Ortega. Il comune di San Giovanni a Piro ha recentemente ampliato la collezione di opere di Ortega, acquistando numerosi suoi lavori che arricchiranno il patrimonio del Museo di Bosco.